4. Stime per il bilancio: le immobilizzazioni

    Guido Zaffaroni

    Per predisporre il bilancio è indispensabile ricorrere a stime: tra le più significative si presentano i casi delle immobilizzazioni e delle rimanenze.

    In corso d’anno la contabilità d’azienda rileva le operazioni del ciclo vendite/incassi (le vendite fanno sorgere un credito verso il cliente, credito che si estinguerà al momento dell’incasso) e del ciclo dei costi/pagamenti (il costo genera un debito nei confronti del fornitore, debito che verà estinto solo al momento del pagamento.

    Per redigere il bilancio occorre però procedere anche all’ inserimento di ulteriori valori necessari per rappresentare attivi (o passivi). Parliamo di quei valori che hanno durata pluriennale, e di quelli a cavallo d’anno, destinati a rinviare all’esercizio successivo quei costi (o ricavi) ad esso afferenti.

    Esempio di valori di durata pluriennale sono i fabbricati, le attrezzature, gli impianti, ecc. che l’impresa ha acquistato. Esempio di valori a cavallo d’anno sono le rimanenze presenti a magazzino.

    Per quanto riguarda questi valori particolari si deve tener ben presente che:

    • La loro quantificazione deriva da stime che, per quanto basate su regole e principi, subiscono comunque l’influenza di una componente soggettiva.

    • La definizione di tali valori viene svolta quando si redige il bilancio (sia esso annuale, mensile, trimestrale, ecc).

    LE IMMOBILIZZAZIONI

    Un’azienda dolciaria consuma le proprie materie prime (farina, acqua, zucchero, ecc.) nel giro di pochi giorni dall’acquisto: il costo delle materie prime viene registrato in contabilità e risulterà nel conto economico dell’impresaLa stessa impresa utilizza anche macchinari (miscelatori, impastatrici, forni, ecc.) che vengono utilizzati per tanti anni, fino a quando l’usura richiederà la loro sostituzione.

    Se il costo dei macchinari fosse rilevato come quello delle materie prime, il bilancio aziendale del periodo in cui si è effettuato l’acquisto sarebbe penalizzato, mentre quelli degli esercizi successivi godrebbero dell’utilizzo di un bene “caricato” a periodi precedenti. Nell’esempio che segue si osserva l’effetto descritto: il conto economico del 2020 mostra una perdita di 8.000 determinata dall’impatto del costo del macchinario.

    Per eliminare l’effetto distorsivo, la soluzione contabile prevede due fasi:

    • l’eliminazione del costo di acquisto del bene dal conto economico, inserendo lo stesso nello stato patrimoniale (contabilmente si dice “capitalizzazione”); il costo viene compensato e scompare dal Conto economico, nello stato patrimoniale viene rilevato il valore del macchinario.
    • per accogliere la componente di costo del macchinario nei vari periodi in cui il macchinario presterà la sua funzione, si calcola la quota parte (l’“ammortamento”) che inciderà sui vari esercizi. Nell’esempio, si ipotizza che la vita utile del bene sia di 8 anni, e con quota di costo costante in ognuno dei periodi:

    Nell’illustrazione che segue si osservi:

    • L’effetto dell’ ammortamento sul risultato del 2020, che capitalizza il costo del macchinario e ammortizza la quota annua;

    • La rilevazione nello stato patrimoniale 2020 del macchinario e del valore Fondo Ammortamento che richiama, con valore negativo, la quota di ammortamento maturata;

    • L’effetto dell’ ammortamento sul risultato 2021;

    • Il valore del macchinario accolto nello patrimoniale 2021 evidenzia un minor valore netto per effetto della quota di ammortamento che va ad aumentare il Fondo.

    Concludendo, i bilanci della società accoglieranno valori riferibili ad acquisto ed utilizzo del macchinario per otto anni

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