Huawei e Google: la nuova guerra tecnologica
Analizzando ciò che sta succedendo in questo momento tra Huawei, e quindi Cina, e Google, azienda Statunitense, sembra di scorgere delle vere e proprie mosse di guerra.
I principali attori di questo conflitto, se così vogliamo definirlo, sono, per l’appunto, Stati Uniti e Cina. Ma, almeno per ora, e speriamo anche in futuro, possiamo dimenticarci armi e trincee: le baionette sono state sostituite da dazi e limitazioni commerciali e il nuovo terreno di scontro è sicuramente l’economia.
Il 2018 ha visto Washington e Pechino alzare esponenzialmente i dazi sui prodotti del rispettivo avversario, rendendo in questo modo più difficile e di gran lunga limitato e difficoltoso lo scambio all’interno del mercato. Solo verso la fine dell’anno il presidente Trump e l’omologo cinese Xi Jinping sembravano essere giunti ad un accordo, o comunque ad una sorta di tregua per la quale si escludeva un ulteriore aumento delle barriere commerciali.
Ma il colpo di scena non si è fatto attendere: è di pochi giorni fa, infatti, la notizia della sferzata nei confronti del colosso Huawei e, di conseguenza, di tutta la Cina.
L’amministrazione Trump sembra aver raggiunto l’apice di questa guerra economica e commerciale inserendo proprio Huawei all’interno di una black list commerciale, considerandolo un prodotto rischioso e con gravi problematiche di sicurezza.
Una delle conseguenze scaturite dall’inserimento in questa lista ha creato grande scompiglio nei mercati e tra gli utilizzatori di dispositivi mobile: Google ha infatti chiuso le porte a Huawei, compromettendo, di fatto, anche l’utilizzo del software Android all’interno dei dispositivi cinesi. Per ora i dettagli non sono molti, ma sembra ormai un dato di fatyo che il ban non entrerà in vigore almeno per i prossimi 90 giorni.
Resta da capire quali saranno le conseguenze per chi è già in possesso di tali dispositivi e soprattutto fino a che punto questa manovra andrà ad inficiare il mercato Cinese e quello Statunitense. Huawei proverà a combattere per riottenere la licenza Google o preferirà cogliere l’occasione per elaborare un proprio sistema operativo? Staremo a vedere e vi terremo aggiornati!