La diabolicità dell’industria petrolifera

Recriminare sulla diabolicità dell’industria petrolifera può essere fuorviante, essa non fa che rispondere alla crescente domanda di mercato.

I profitti dell’industria petrolifera sono tali da far escludere che nel prossimo trentennio vi saranno riduzioni delle quantità estratte e dell’utilizzo dei combustibili fossili

(Fonte: The Economist, 9 febbraio 2019) Per leggere l’articolo integrale CLICCA QUI

L’Economist segnala che profitti ed interessi che gravitano intorno all’industria petrolifera sono tali da prevedere che le quantità estratte e destinate alla produzione di combustibili fossili nei prossimi trent’anni aumenteranno rispetto ai livelli attuali.

Anche se negli Stati Uniti, maggior economia del mondo e secondo maggior inquinatore, sta crescendo la coscienza dell’esistenza del cambiamento climatico, la domanda di petrolio sta crescendo e l’industria dell’energia sta pianificando investimenti multimiliardari.

ExxonMobil, https://corporate.exxonmobil.com/ uno dei giganti del settore, prevedendo che la domanda mondiale “oil and gas” salirà del 13% fino al 2030, ha pianificato investimenti per poter estrarre entro il 2025 quantità di petrolio maggiori del 25%  alla produzione del 2017.

Il problema è che l’ IPCC ((Intergovernmental Panel on Climate Change),  ha indicato che, per bloccare l’innalzamento della temperatura terrestre sia necessaria una riduzione di circa il 20% dell’estrazione di petrolio entro il 20% e del 55% entro il 2050

Qualcuno spera che l’industria petrolifera cambierà gradualmente direzione per effetto del concorso di fattori quali l’innovazione tecnologica, la crescita degli investimenti nelle energie rinnovabili oppure nelle azioni legali contro l’inquinamento, ma si tratta di soluzioni palliative.

Gli investimenti mondiali in energie rinnovabili ammontano a 300 miliardi di dollari annui, cifra ridotta rispetto a quelli destinati ai combustibili fossili: nonostante molta pubblicità, i recenti impegni dell’industria petrolifera con gli investitori della green economy sono modesti.

Per quanto riguarda possibili azioni legali, in California un giudice ha di recente stabilito che il cambiamento climatico è materia per il parlamento e la diplomazia, non per i tribunali.

Per gli autori l’unica soluzione possibile è quella di  tassare incisivamente le emissioni di carbonio.

Ma ciò comporta decisioni politiche che, come mostra l’esempio dei gilets jaunes francesi, sono estremamente difficili da far accettare.