Covid-19: i possibili risvolti per sanità ed economia

Come ha riportato l’Economist nell’articolo del 5 marzo 2020, il virus Covid-19 rappresenta ormai una minaccia concreta per la salute pubblica e l’economia globale. Il messaggio mandato dai Governi maggiormente coinvolti è molto chiaro: l’esubero di soggetti che necessitano di cure specifiche presso gli ospedali sta subendo un vertiginoso aumento, e le strutture sanitarie sono in seria difficoltà. Senza le adeguate misure di contenimento, il Covid-19 raddoppia i propri contagi di settimana in settimana, muovendosi decisamente più velocemente delle decisioni che i Governi di tutto il mondo si trovano a dover necessariamente prendere. Come riportato dall’OMS, i casi registrati nel mondo dall’inizio dell’epidemia ad oggi sono 113.672  di cui 4.012 morti. Facendo però riferimento ai dati riportati dalla Cina e al suo percorso nella gestione del virus, è facile pensare che i contagi siano più di quelli verificati attraverso i tamponi e siano comunque destinati a crescere

Per questi motivi è molto importante che i governi prendano provvedimenti socio-economici mirati a risolvere nel modo più corretto questa complessa situazione, nel tentativo di attenuare il danno alla salute e all’economia. In primo luogo è necessario destinare fondi mirati al rinforzo delle strutture ospedaliere, dotandole di macchinari adeguati e personale specializzato per la gestione del rischio. Altrettanto determinante è l’intervento tempestivo nell’individuazione del virus: nel momento in cui si manifestano i primi casi è necessario effettuare il maggior numero possibile di tamponi, nel tentativo di individuare i focolai e circoscrivere le zone. Una volta individuate le aree in cui il contagio è maggiormente diffuso, i governi hanno il difficile compito di limitare e contenere il Covid-19, riducendo i contatti sociali dei cittadini al minimo indispensabile in modo da arginare la trasmissione del virus.

Tutto ciò comporta ovviamente delle enormi difficoltà economiche: in primo luogo si rende doveroso tutelare i lavoratori, sia coloro che devono inesorabilmente giungere sul posto di lavoro (medici, infermieri, operatori de settore alimentare ed energetico), sia colo che invece hanno visto un grave rallentamento del proprio fatturato a causa del virus e del panico che questo sta generando. La situazione di enorme incertezza e grande paura sta ovviamente turbando i mercati finanziari e i governi si trovano a dover mettere in campo delle politiche monetarie rivolte a ristabilirli. Il problema principale, però, è che le politiche monetarie rivolte ai mercati, difficilmente riescono a influenzare e tranquillizzare il comportamento dei cittadini. Sarebbe quindi più producente, come afferma l’Economist, attuare delle politiche dirette a salvaguardare i singoli individui: rallentare e posticipare la morsa fiscale, prestare liquidità e supportare economicamente le fasce più colpite.
Ad oggi la priorità resta comunque quella di arginare il più possibile il contagio.