Check di coerenza tra valori di stato patrimoniale e conto economico

Il Check di coerenza tra valori di stato patrimoniale e conto economico

Check list: verifica dei fondamentali contabili

“Regola del pollice” è un modo di dire che deriva dall’inglese rule of thumb. Viene spesso usato in ambito matematico, economico e informatico per indicare una linea guida o un principio, spesso dedotto dall’esperienza, indicato come valido nella maggior parte dei casi.

In questa serie di articoli  descrivo l’iter delle verifiche preliminari che io ed i miei collaboratori svolgiamo esaminando un bilancio d’esercizio  “CEE”.

Si tratta di controlli semplici, attuabili senza particolari capacità tecniche, che consentono però di prendere progressivamente conoscenza di come si connota l’impresa “fotografata” nel bilancio.”

In tre articoli precedenti si sono illustrate le verifiche dei fondamentali contabili, il check del conto economico e il check dello stato patrimoniale.

La quarta serie di controlli è quella che abbiamo chiamato “Check di coerenza tra valori di stato patrimoniale e conto economico”, e si attua come segue:

  • Verificare la coerenza dei crediti verso clienti rispetto alle vendite;
  • Verificare la coerenza dei fornitori rispetto agli acquisti;
  • Verificare la coerenza del livello delle scorte rispetto vendite/acquisti;
  • Verificare la coerenza del risultato della gestione finanziaria con i saldi i bancari;
  • Verificare la coerenza tra il costo del lavoro e il numero dei dipendenti

Nel nostro articolo “I prospetti che costituiscono il bilancio” si richiama come i valori di stato patrimoniale si riferiscano ad una precisa data (valori di stock: es: stato patrimoniale iniziale: 1° gennaio; finale 31 dicembre), mentre quelli di conto economico siano valori di periodo (valori di flusso: es. ricavi dal 1° gennaio al 31 dicembre).

I valori delle tre tabelle (stato patrimoniale iniziale/conto economico/stato patrimoniale finale) sono strettamente interrelati, ed è importante controllare, quando possibile, che i valori delle tre tabelle siano coerenti tra loro (per capire le relazioni tra valori patrimoniali, economici e finanziari leggete il nostro articolo “Curtex: una calcolatrice di bilancio“.

Nel prossimo articolo daremo indicazioni su come utilizzare gli indici.

Ora però vorremmo argomentare su quale sia la logica sottostante alla costruzione degli indici: chi non è interessato può tranquillamente saltare la parte successiva e leggere l’articolo che segue su “Il Check di coerenza tra valori di stato patrimoniale e conto economico: cosa di deve fare”

Per capire come funzionano gli indici tra valori economici e patrimoniali prendiamo l’esempio dei rapporti tra i ricavi (accolti in conto economico) e i crediti verso clienti (rappresentati nello stato patrimoniale), osservando la seguente tabella.

La tabella mostra le vendite mensili dell’anno 2022: il totale dei ricavi è di Euro 42.218.569, e confluisce nel conto economico.

Poiché l’impresa incassa i crediti a 90 giorni dopo le vendite, i ricavi di ottobre saranno incassati a gennaio dell’anno 2023, quelli di novembre a febbraio, e così via.

Il valore dei crediti verso clienti che apparirà nello stato patrimoniale al 31 dicembre 2022 (vale a dire il valore delle vendite ancora da incassare a fine anno) sarà di Euro 10.932.569

Questo esempio serve esclusivamente a far capire il meccanismo (purtroppo la realtà è molto più variegata in quanto le vendite mensili possono prevedere condizioni di pagamento differenziate, possono esserci slittamenti di pagamento rispetto a quelli teorici, i crediti possono comprendere l’ IVA, ecc..)

Disponendo solo di dati aggregati (il valore delle vendite mensili non è tra quelli mostrati nei bilanci) l’analista di bilancio deve ricorrere ad ipotesi semplificartici.

L’analista di bilancio usa questa forma di calcolo:

giorni teorici incasso crediti = crediti verso clienti / vendite x 365 =

10.932.569 / 42.218.569 x 365 = 94,5 giorni

(questa formulazione stima le vendite teoriche giornaliere, dividendo il totale annuo delle vendite per 365,   numero dei giorni dell’anno: 42.218.569 / 365 = 115.667 euro al giorno; dividendo poi il credito iscritto a stato patrimoniale a fine anno per le vendite giornaliere: 10.932.569 / 115.667 = 94,5 giorni si ottiene l’informazione ricercata).

 

Concludiamo delineando la portata conoscitiva degli “indici”.

  1. Il primo controllo che farà l’analista di bilancio è capire se l’indice che ha calcolato è quello ricorrente al mercato/settore dell’impresa.

Nel nostro esempio, il termine di 94 giorni è sicuramente ricorrente nelle imprese industriali italiane, e quindi è ragionevolmente confortante.

In ogni caso il lettore di bilancio con un po’ di esercizio imparerà presto quali siano le condizioni medie praticate in realtà

  1. L’altro controllo è quello di confrontare l’indice con quello relativo all’anno precedente e, se si discosta significativamente, capire il perché.

Richiamiamo infine due “avvisi ai naviganti”.

  • Questi tipi di analisi non hanno utilità nelle imprese con alta stagionalità dei ricavi/costi: essi si basano infatti su una distribuzione abbastanza costante nell’anno. Un’ impresa che produce panettoni presumibilmente concentra tutte le vendite annue negli ultimi mesi dell’anno e quindi il rapporto osservato darà risultati distorcenti;
  • Quando questi calcoli vengono effettuati su bilanci infrannuali, è necessario ricordare che i calcoli dovranno essere parametrati al numero dei giorni decorsi nell’anno; se si esamina un bilancio semestrale, si dovrà utilizzare il moltiplicatore 182,5, e non quello che considera l’anno intero.