5. Stime per il bilancio: le rimanenze

    Guido Zaffaroni

    Per predisporre il bilancio è indispensabile ricorrere a stime: tra le più significative si presentano i casi delle immobilizzazioni e delle rimanenze.

    Rimanenze

    Il ciclo produttivo delle aziende manifatturiere non si conclude in una giornata: alla chiusura serale sono presenti materie prime acquistate, ma non ancora utilizzate e prodotti finiti ancora da vendere. L’insieme di questi prodotti costituisce le “Rimanenze” dell’impresa.

    Si ipotizzi un’impresa che svolge solo tre operazioni:

    • Nell’esercizio 2020, compra 100.000€ di prodotti
    • prevede di rivendere a 120.000€ la produzione acquistata
    • Vende 40.000€ di produzione nel 2020 ed 80.000€ nel successivo anno 2021.

    Anche per le rimanenze si può ragionare come visto per le immobilizzazioni. Nella redazione del bilancio 2020, dovranno essere apportati “aggiustamenti” contabili per evitare l’effetto distorsivo. Come evidenzia l’immagine seguente, l’esercizio 2020 risulta in perdita (poichè l’intero costo di acquisto è a “suo” carico), e quello del 2021 in utile (visto che il costo dei prodotti è interamente a carico dell’esercizio precedente).

    Per eliminare l’effetto distorsivo, è necessario inserire a bilancio le rimanenze finali presenti nel magazzino a fine anno 2020 (nell’esempio, €. 67.000).

    Si procede quindi inserendo nel conto economico e nello stato patrimoniale il valore delle giacenze di fine periodo.

    Concludiamo con la rappresentazione dei bilanci 2020 e 2021: si noti come le rimanenze finali di un periodo, che vengono considerate in conto economico come minor costo dell’esercizio, diventino rimanenze iniziali del periodo successivo e, quindi, siano da considerare come costo dell’esercizio successivo.

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