CEO: privilegi e difficoltà
Come riporta l’Economist, sembrano essere anni d’oro quelli vissuti oggi dagli Amministratori delegati, e il loro potere sempre maggiore all’interno delle aziende. Retribuzioni e i premi per risultati stanno avendo una grande crescita. Un esempio fra tutti: Sundar Pichai, CEO di Alphabet, che da quest’anno percepirà uno stipendio annuale di 2 milioni di dollari, accompagnato da un bonus di azioni per un valore di circa 200 milioni di dollari legato ai risultati aziendali.
I rischi di essere un CEO sembrerebbero poi decisamente tollerabili, dal momento che la possibilità di essere licenziati non supera il 10% annuo.
È importante ricordare, però, che essere un CEO non significa solamente guadagni stellari e potere aziendale. Molti dei soggetti che ricoprono questo ruolo hanno infatti recentemente affermato che il lavoro risulta essere sempre più difficile, soprattutto per la crescente e sempre più spietata competizione. Inoltre quello del CEO è un lavoro in contino mutamento, per il quale è necessario essere sempre in grado di cogliere i cambiamenti economici e sociali. Di recente, infatti, la figura del CEO ha subito una grande rivoluzione, a partire dalle modalità di gestione e di rapporto con i soggetti coinvolti nella realtà aziendale, che non sempre sono necessariamente dipendenti. Basti pensare ad una recente realtà come quella di Uber, che conta circa 4 milioni di drivers, nessuno dei quali è però assunto dell’azienda. In costante cambiamento sono anche le scelte riguardanti gli investimenti, quasi sempre affidate al CEO. Se la tendenza principale è sempre stata quella di investire in asset materiali, il nuovo secolo ha portato con sé la realtà degli asset intangibili, che sembrano essere anche i più remunerativi. Anche in questo ambito è quindi necessario confrontarsi con una realtà in costante mutamento.
Ma uno dei più grandi cambiamenti riguarda proprio un importante aspetto sociale. Se inizialmente veniva accettato che un’impresa avesse il solo scopo di portare dei guadagni al proprietario, ad oggi le persone si aspettano invece che imprese e multinazionali agiscano nell’interesse della società e delle persone. Il CEO, attraverso le proprie scelte, diviene quindi il volto dell’azienda nei rapporti con il pubblico. È quindi necessario che egli sappia strategicamente investire e schierarsi su tematiche importanti, quali ad esempio il cambiamento climatico o la parità di genere. Essere un CEO nel 2020 significa quindi saper allocare nel modo più efficace le risorse aziendali, ma richiede anche una grande conoscenza degli aspetti sociali ed economici in costante e rapido cambiamento.