Le regole del pollice: come stimare il valore del magazzino

    Guido Zaffaroni

    “Regola del pollice” è un modo di dire che deriva dall’inglese rule of thumb. Viene spesso usato in ambito matematico, economico e informatico per indicare una linea guida o un principio, spesso dedotto dall’esperienza, indicato come valido nella maggior parte dei casi.

     L’esperienza su campo insegna l’uso di strumenti di calcolo semplicistici ma spesso efficaci.

    Uno di questi “artifici”, assai utile nel caso delle imprese industriali di trasformazione, consente di stimare (e controllare) il valore delle rimanenze a fine anno (o, anche, nel corso dell’esercizio) partendo dal valore delle vendite realizzate nel periodo, essendo noti i consumi di materiali e il livello del magazzino dell’esercizio precedente.

    Si procede come segue.

    In primo luogo si calcola l’incidenza storica dei “consumi”, analizzando le serie storiche di dati di bilancio dell’impresa osservata.

    In questa sede si è privilegiato la scelta della variabile “consumi” volendo fornire un esempio per un’applicazione immediata.

    Ben sapendo che sarebbe necessario, per la precisione del metodo, identificare tutti i costi che confluiscono nella valutazione delle rimanenze (costo del lavoro diretto, lavorazioni di terzi, altri costi di diretta imputazione), si rileva che comunque i risultati ottenibili spesso sono assai soddisfacenti.

    La “formula” per calcolare i consumi si basa sulla correlazione tra acquisti e valori delle giacenze di magazzino:

    Consumi = Acquisti più Rimanenze iniziali meno Rimanenze finali

    Di seguito un’esemplificazione del calcolo

    Si procede in seguito a parametrare il valore annuo dei “consumi” ai ricavi annui dell’impresa, dividendo il valore dei consumi con i ricavi:

    Se il calcolo mostra risultati percentuali simili per la serie di anni esaminata (questa situazione si manifesta frequentemente su un orizzonte temporale di due/tre anni) si può ragionevolmente procedere.

    Le altre variabili da utilizzare per la stima del valore del magazzino alla fine dell’esercizio successivo sono note all’imprenditore: vendite, valore del magazzino iniziale, valore degli acquisti.

    In primo luogo, si stima il valore dei consumi del periodo esaminato moltiplicando il valore delle vendite per l’incidenza storica rilevata negli esercizi precedenti:

    Noto il valore dei consumi teorici, il valore del magazzino finale stimato viene ottenuto sottraendo dal valore degli acquisti il valore delle rimanenze iniziali e il valore dei consumi stimati.

    Come accennato, il metodo nella pratica dà buoni risultati anche se, evidentemente, va utilizzato tenuto conto dei limiti che la semplificazione adottata comporta necessariamente.

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