Assicurazioni: pronte al cambiamento?

    Erika Lasco

    L’ edizione del 20 luglio 2019 di The Economist ragiona sul futuro delle assicurazioni.

    L’autorevole settimanale britannico ricorda come la presente sia un’epoca di cambiamenti, a volte davvero molto rapidi, ai quali non è sempre facile adattarsi. Ne sanno qualcosa le grandi assicurazioni che si trovano a fronteggiare un mercato ed un’economia totalmente nuovi e in costante espansione.

    Il mercato dei big data ha completamente stravolto l’economia e forse, senza esagerare, anche il nostro modo di vivere. Molti però non sono ancora in grado di comprendere nella totalità e gestire a pieno una mole così grande di informazioni.

    Sembra essere proprio il caso delle compagnie assicurative che, almeno per il momento, non accennano a “mettersi al passo” con il progresso.

    Tutti quei rischi sui quali le assicurazioni si sono sempre concertate stanno diventando, nell’ultimo periodo, molto più imprevedibili e minacciosi. Basti pensare, ad esempio, al numero di morti a causa delle catastrofi naturali che, nell’ultimo ventennio, sono quasi sestuplicati.

    Come se non bastasse a tutto questo si stanno aggiungendo nuove categorie di pericoli che prima non esistevano. Un esempio lampante sono gli attacchi informatici che ad oggi potrebbero creare danni davvero enormi. Un hacker in questo momento può essere in grado di spegnere completamente una centrale elettrica o di privare una banca di tutto il suo denaro.

    Il problema è quindi chiaro: le assicurazioni faticano ancora a garantire una copertura adeguata per i rischi più “tradizionali” e non sono assolutamente in grado di fornire copertura per i rischi derivanti dai recenti sviluppi che hanno visto il mondo trasformarsi rapidamente.

    Molte assicurazioni stanno comunque lavorando attraverso l’investimento di risorse umane e finanziarie per riuscire ad adattare le proprie offerte a questa nuova tipologia di mercato. Un esempio è una start up di Brooklyn che offre coperture assicurative ala nuova figura dei gig workers, cioè coloro che lavorano solo quando le loro prestazioni vengono richieste attraverso app o piattaforme online (ad esempio i lavoratori Uber).

    Non resta che stare a vedere quali saranno i prossimi sviluppi nell’interessante mondo delle assicurazioni.

    image_printStampa

    Leave a comment

    Your email address will not be published.